Sfere d’influenza: The Great Powers Partition Europe, from Munich to Yalta

Giu 18, 2021
admin

Nel suo ultimo tour de force, Lloyd Gardner, uno dei più illustri storici diplomatici americani, esamina le politiche del presidente Franklin Roosevelt verso la regione dal 1938 al 1945. Un tema centrale è che nel 1938 gli europei, principalmente gli inglesi e i francesi, con l’acquiescenza americana, permisero alla Germania di mettere la regione nella sua sfera d’influenza, mentre nel 1945 a Yalta gli inglesi e gli americani acconsentirono alla dominazione sovietica, che non potevano impedire senza una guerra in ogni caso. La regione era destinata a cadere o nell’orbita della Germania o della Russia o nel caos, una verità di politica del potere che Wilson aveva cercato di negare a Versailles.

Roosevelt tornò a casa da Yalta e mentì al popolo americano quando celebrò l’evento come la fine delle “sfere di influenza e degli equilibri di potere e di tutti gli altri espedienti che sono stati provati per secoli e che hanno fallito”. Questa bugia avrebbe causato molti problemi politici ai democratici che seguirono Roosevelt.

Il tema non è nuovo, ma l’autore propone una nuova e controversa interpretazione di Yalta. Non solo era inevitabile che la Polonia e le altre nazioni dell’Europa centrale e orientale cadessero sotto il controllo sovietico, scrive, ma era una buona cosa per il mondo. La divisione dell’Europa era già in atto prima della fine della Seconda Guerra Mondiale e l’inizio della Guerra Fredda a causa di dove finirono i vari eserciti. Senza l’esistenza dell’apparentemente minacciosa sfera d’influenza sovietica, suggerisce Gardner, il Congresso non si sarebbe mai messo dietro il Piano Marshall. Senza il blocco sovietico ad unirli, le nazioni dell’Europa occidentale sarebbero ricadute nella loro precedente cattiva abitudine di litigare tra loro. Gardner sostiene che l’alternativa a Yalta non era una Polonia libera, ma la terza guerra mondiale.

Inserita nell’argomento è la nozione che tutto è andato per il meglio: l’impero sovietico è imploso perché era un sistema così marcio; la terza guerra mondiale è stata evitata, grazie alla NATO; la libertà regna in tutta Europa, tranne nella ex Jugoslavia. Abbastanza buono, ma uno vorrebbe che Gardner avesse almeno una singola parola di simpatia per i polacchi, i tedeschi dell’est e altri che hanno sofferto attraverso quasi 50 anni di brutale dittatura. Nel 1939 la Gran Bretagna e la Francia entrarono in guerra per garantire una Polonia libera e indipendente; ciò che la Polonia ottenne da quella dichiarazione di guerra furono sei anni di totale miseria e distruzione – e poi Stalin piuttosto che Hitler come padrone.

Carenze a parte, questa è una storia eccellente, ravvivata da ampie ricerche che danno a Gardner citazioni illuminanti, penetranti e semplicemente divertenti. Un esempio: alla cena finale di Yalta, Churchill avvertì Stalin che aveva un’elezione in arrivo e “dovrò parlare molto duramente dei comunisti. Sapete che abbiamo due partiti in Inghilterra”

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