REVIEWGestione dell’infertilità iperprolattinemica
L’iperprolattinemia patologica può causare ovulazione difettosa e ridotta fecondabilità. La secrezione anormale di prolattina (PRL) è solitamente legata a una disfunzione ipotalamica idiopatica o alla presenza di un adenoma ipofisario. L’uso di farmaci è la causa più comune di iperprolattinemia funzionale. L’adenoma ipofisario secernente prolattina viene classificato in base alle dimensioni: micro (la stragrande maggioranza) di diametro inferiore a 10 mm o macroprolattinoma (pochissimi) di dimensioni maggiori.
Un’eccessiva secrezione di PRL diminuisce il rilascio pulsatile di GnRH compromettendo la produzione ipofisaria di FSH e LH. Inoltre può compromettere direttamente l’attività endocrina dei follicoli ovarici. Di conseguenza: fase luteale difettosa, ovulazione incostante e anovulazione cronica sono condizioni frequentemente osservate nelle giovani pazienti iperprolattinemiche. Inoltre, il 5% delle donne infertili non selezionate e asintomatiche mostra iperprolattinemia. In tali pazienti la fertilità può essere promossa con l’uso a lungo termine di farmaci dopaminergici. Il livello normalizzato di PRL indotto dal trattamento permette il verificarsi di cicli ovulatori spontanei o la normalizzazione della fase luteale difettosa. Il trattamento deve essere continuato per almeno un anno, poiché la metà delle gravidanze che si verificano durante la terapia dopaminergica iniziano dopo i primi 6 mesi di assunzione del farmaco. Una stimolazione ovarica con gonadotropina e la somministrazione pulsatile di GnRH possono anche indurre cicli ovulatori e fertilità nelle pazienti iperprolattinemiche infertili.
L’iperprolattinemia sia, dovuta a disfunzione ipotalamica, sia alla presenza di adenoma secernente PRL di solito migliora dopo il parto.