Prete armeno cattolico e suo padre uccisi in Siria

Lug 10, 2021
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Di Linda Bordoni

Uomini armati hanno ucciso un prete armeno cattolico e suo padre mentre viaggiavano in auto nel nord-est della Siria. L’attacco è stato rivendicato dal cosiddetto gruppo Stato Islamico.
Padre Hovsep Bedoyan, il capo della comunità cattolica armena nella città a maggioranza curda di Qamishli, vicino al confine con la Turchia, e suo padre, Abraham Bedoyan, erano diretti nella provincia di Deir Al-Zor quando sono stati attaccati lunedì 11 novembre.
I due uomini avrebbero dovuto supervisionare il restauro di una chiesa a Deir Al-Zor.

Un terzo uomo, un diacono della città di Al-Hasakeh, sarebbe stato ferito nell’attacco.

La zona controllata dai curdi nella Siria orientale è sorvegliata dai soldati statunitensi che devono ancora ritirarsi dal territorio ricco di petrolio, che si trova a est del fiume Eufrate.

Anche lunedì, due bombardamenti separati a Qamishli, uno dei quali vicino a una chiesa caldea, avrebbero ucciso almeno sei persone e ferito altre ventidue.

La comunità armena cattolica in Siria è piccola, ma risale a secoli fa, essendo stata riconosciuta ufficialmente nel 1742. Oggi conta circa 600.000 fedeli. Si tratta di una Chiesa patriarcale “sui iuris” (autonoma o autogestita) che è in piena comunione con il Vescovo di Roma.

Più di 100.000 armeni etnici vivevano in Siria, principalmente nella provincia nord-occidentale di Aleppo, prima della guerra civile siriana. Molti di loro sono fuggiti, tra cui migliaia in Armenia.
I militanti dello Stato Islamico hanno perseguitato i cristiani e sfollato decine di migliaia di loro quando governava ampie parti dell’Iraq e della Siria.

Una lunga lista di sacerdoti e religiosi uccisi in Siria

Padre Bedoyan è il più recente di una lunga lista di sacerdoti e religiosi che sono stati uccisi o che sono scomparsi nella regione da quando la Siria è entrata in guerra; come il gesuita olandese padre Frans Van der Lugt, ucciso a Homs nel 2015, e il francescano padre Francois Murad, decapitato dai cosiddetti militanti dello Stato Islamico nel 2013.

Tra i rapiti di cui si sono perse le tracce, c’è il padre gesuita Paolo Dall’Oglio, scomparso a Raqqa nel 2013; due vescovi ortodossi, Bulos Yazigi e Yohanna Ibrahim, rapiti nel nord-ovest del Paese; così come il padre armeno cattolico Michel Kayyal e il padre ortodosso Maher Mahfuz, entrambi di Aleppo.

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