Pratica Sikh

Mag 2, 2021
admin

Riti e feste

Sikh Rahit Marayada, il manuale che specifica i doveri dei Sikh, nomina quattro riti che si qualificano come riti di passaggio. Il primo è una cerimonia di nascita e di denominazione, tenuta in un gurdwara quando la madre è in grado di alzarsi e fare il bagno dopo il parto. Un inno viene selezionato a caso dal Guru Granth Sahib, e viene scelto un nome che inizia con la prima lettera dell’inno. Singh viene aggiunto ai nomi dei maschi e Kaur alle femmine. Un secondo rito è l’anand karaj (“unione beata”), o cerimonia di matrimonio, che distingue chiaramente i Sikh dagli indù. La sposa e lo sposo devono procedere quattro volte intorno al Guru Granth Sahib al canto del Suhi Chhant 2 di Guru Ram Das, il che differisce dall’usanza indù di girare intorno a un fuoco sacro. Il terzo rito – considerato il più importante – è l’amrit sanskar, la cerimonia di iniziazione al Khalsa. Il quarto rito è la cerimonia funebre. In tutti i casi viene sottolineata la distinzione tra Sikh e indù.

Il rito di iniziazione, come stabilito nel Sikh Rahit Marayada, è condotto da sei Sikh iniziati, cinque dei quali conducono il rito vero e proprio mentre il sesto siede in presenza del Guru Granth Sahib, che deve essere presente in tali occasioni. Il rituale consiste nel versare acqua in una grande ciotola di ferro e aggiungere dolci solubili. Questo rappresenta l’amrit (“nettare”), che viene mescolato con una spada a doppio taglio da uno dei cinque Sikh. Dopo la recitazione di alcune opere dei Guru, che è seguita dall’Ardas, i candidati all’iniziazione bevono cinque manciate di amrit offerte loro. Ogni volta, il Sikh che glielo dà grida: “Vahi Guruji ka Khalsa, Vahi Guruji ki fateh” (“Lode alla Khalsa del Guru! Lode alla vittoria del Guru!”). L’amrit viene cosparso sui capelli e sugli occhi degli iniziati per cinque volte, ed essi bevono il resto dell’amrit dalla stessa ciotola. Ripetono cinque volte il Mul Mantra (la superscrizione all’inizio del Guru Granth Sahib), dopo di che il Rahit viene spiegato loro da uno dei cinque Sikh. Sono tenuti ad indossare le Cinque K e ad evitare quattro peccati particolari: tagliarsi i capelli, mangiare carne halal, avere rapporti sessuali con qualcuno che non sia il proprio coniuge e usare il tabacco. Il Sikh che commette uno di questi peccati cardinali deve confessarsi pubblicamente ed essere reiniziato. Chiunque violi il Rahit e non si confessi è bollato come patit (apostata). Se un candidato non ha ricevuto un nome dal Guru Granth Sahib, ne viene conferito uno. Infine, viene distribuito il karah prasad, che tutti prendono dallo stesso piatto.

Il sikhismo osserva otto feste principali, oltre a diverse altre di minore importanza. Quattro delle feste principali sono gurpurabs, o eventi che commemorano incidenti importanti nella vita dei Guru, come i compleanni di Nanak e Gobind Singh e i martiri di Arjan e Tegh Bahadur. Le altre quattro sono l’installazione del Guru Granth Sahib, la festa di Capodanno di Baisakhi, Diwali e Hola Mahalla. I festival sono segnati da processioni nelle strade e visite ai gurdwara, in particolare a quelli associati a uno dei Guru o a qualche evento storico. I discorsi sono comunemente fatti a folle di adoratori. Diwali, il Festival della Luce, è osservato sia dagli indù che dai sikh; la celebrazione sikh è incentrata sul Tempio d’Oro, che viene illuminato per l’occasione. Per i Sikh, Diwali commemora la liberazione di Guru Hargobind dalla prigione dell’imperatore Mughal Jahāngīr a Gwalior. Hola Mahalla, che si tiene il giorno dopo il festival indù di Holi, è stato istituito da Gobind Singh come alternativa alla festa indù. Originariamente veniva osservato con esibizioni di abilità marziali e finte battaglie e ora viene celebrato con parate militari.

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