Perché la scarsità artificiale ti sta uccidendo
Ecco un piccolo fatto. Burberry ha recentemente avuto 35 milioni di dollari di vestiti invenduti – e così li ha bruciati. Li ha dati alle fiamme. Se pensate che ci sia qualcosa di strano, esasperante e perverso in questo, non avete torto. Contiene in sé l’intera storia di come opera il capitalismo predatorio – e perché è un sistema fallimentare per organizzare e modellare la vita umana.
Perché Burberry ha bruciato proprio i beni che la gente aveva lavorato così duramente per immaginare, creare, fabbricare e cercare di vendere? Il cotone, la seta e la lana che contengono? È un modo per creare una scarsità artificiale. Burberry ha bisogno di mantenere alti i suoi prezzi – o almeno crede di farlo – perché la gente sta giocando un gioco di competizione di status comprando la sua roba. “Oh, quella sporca povera persona sta indossando la mia sciarpa Burberry! Ora non ha più valore per me!”. L’unico modo in cui questo può essere vero è se ciò che stai davvero comprando non è la sciarpa, ma l’esclusione, lo status sociale, il primato e il dominio.
Il capitalismo predatorio opera, ora, facendo rispettare questa raccapricciante e strana idea di scarsità artificiale. È un modo di manipolare i mercati, che sono solo strumenti affinché l’offerta possa incontrare liberamente la domanda, a qualche prezzo in cui i risultati di tutti sono massimizzati. Ma la scarsità artificiale esclude del tutto il funzionamento efficiente dei mercati – è un modo per limitare l’offerta, e quindi aumentare il prezzo. Burberry brucia i cappotti, così può continuare a far pagare ad alcune persone 1.000 dollari per comprare lo status, l’invidiabilità, che il buco nella loro anima ha bisogno di essere riempito. Ma questa è la punta dell’iceberg.
La scarsità artificiale è ormai la regola con cui il capitalismo predatorio – il “tardo capitalismo”, se volete – opera quasi ovunque. Quando i fondi speculativi comprano le medicine salvavita, e poi ne fanno salire il prezzo alle stelle del 5000%, anche questa è scarsità artificiale. Quando il debito degli studenti costa più di un mutuo, anche questa è scarsità artificiale, solo con un altro mezzo. E quando il 75% di un “sistema sanitario” è un sistema per limitare chi ottiene le cure agli “assicurati”, ai ricchi, o a chi è altrimenti redditizio, anche questa è scarsità artificiale.
Il costo nascosto della scarsità artificiale è questo: le società governate da essa non investono mai, invece, nel rendere abbondanti proprio quelle cose. Non si possono fare entrambe le cose, dopo tutto – si possono rendere le medicine artificialmente scarse, o si possono costruire fabbriche per produrne di più, medici per prescriverne di più, e cliniche per dispensarne di più. Eppure il problema dell’America è che continua a scegliere la prima opzione, che è rovinosa, e questo significa che non può fare la seconda. Cosa succede a una società come questa – e alle persone all’interno di quella società?
L’effetto di un sistema economico basato sulla scarsità artificiale è che il reddito da capitale sale alle stelle, e il reddito da lavoro ristagna e implode. Questo è esattamente quello che è successo in America – i redditi medi sono rimasti stagnanti per decenni, ma la gente ora paga prezzi assurdi per le basi della vita, $5000 per le corse in ambulanza, $30k per il parto, il che significa che anche quei redditi stagnanti sono davvero in diminuzione, in termini reali. La vita è diventata un atto disperato di vivere ogni giorno proprio sul filo del rasoio della rovina.
Questo perché ciò che scarseggia nell’economia non sono solo i beni di lusso, per alimentare la competizione di status – ma le basi della vita, per tenere la gente inchiodata. Sanità, istruzione, finanza, reddito, risparmio, opportunità, sicurezza, un senso che la vita può essere vissuta in tranquillità e stabilità. Tutti questi sono in carenza cronica, costante e onnipresente sotto il capitalismo. Una società come l’America semplicemente non ne ha abbastanza per andare in giro – proprio perché spreca molto di quello che ha, e non investe in altro. Perché? Proprio perché il capitalismo non può e non vuole fornirne abbastanza – con una qualità abbastanza alta e un costo abbastanza basso. Cercherà sempre di limitare la quantità disponibile, e di tagliare gli angoli anche su questo, in modo da poter far pagare la gente il più possibile e massimizzare i profitti. Perché altrimenti l’insulina costa centinaia in America – ma pochi centesimi anche nei paesi poveri?
Qual è lo strumento finale del capitalismo per rendere queste basi di una vita decente artificialmente scarse? E’ legarli tutti al “lavoro”. Così in America, si ottiene l’assistenza sanitaria, una pensione, una rete di sicurezza, un reddito, e così via, solo se si ha un “lavoro”. Ma il problema è che i “lavori” erano un’istituzione costruita per un’economia industriale – vai in fabbrica, passi otto, forse dodici ore, facendo la stessa cosa, ogni giorno, per sempre, perché stai facendo proprio la stessa cosa. Un’economia moderna non è industriale, che sforna beni di consumo prodotti in massa. È un’economia che fa cose più creative, intellettualmente impegnative, umane e sofisticate – e naturalmente, per questa ragione, non ha “lavori” quanto piuttosto progetti, sforzi, programmi, sforzi, movimenti. Legare le basi della vita a un lavoro significa rendere una vita decente artificialmente scarsa in un’economia moderna.
Perché tanto lavoro oggi sembra così privo di significato? Così inutile? Perché lo è. Se capite tutto questo, allora capirete anche che gran parte del lavoro fatto nell’economia capitalista predatoria è fondamentalmente massimizzare la scarsità artificiale fino ad un preciso ed esatto punto di rottura. Mantenendo ciò che dovrebbe essere abbondante per tutti limitato solo ai pochi più redditizi. Questo è quello che fanno gli hedge fund. È quello che fanno i manager di fatturazione negli ospedali. È quello che fanno gli agenti assicurativi delle HMO. Non lo dico per condannarli, ma per empatizzare con loro. Quando si dedica la propria vita alla causa della massimizzazione della scarsità artificiale, può significare solo qualcosa come: “Io impoverisco le persone”. Una vita del genere mancherà di significato, felicità e scopo, vero? Queste sono cose che otteniamo quando miglioriamo genuinamente le vite che tocchiamo, perché gli esseri umani sono governati da risonanze empatiche nel cuore, per quanto non ci piaccia ammetterlo.
Ma se fosse tutto qui? Cosa succede quando tutta la vita umana è organizzata, su scala sociale, secondo la legge della scarsità artificiale del capitalismo predatorio? A più livelli? In primo luogo, l’idea di un “lavoro” crea una scarsità artificiale per i beni più fondamentali – reddito, risparmio, sanità, e così via. Poi, anche i beni fondamentali come le medicine, l’istruzione e i libri sono assegnati in base alla scarsità artificiale. E infine, la scarsità artificiale regna nell’arena dei beni di lusso, producendo un’intensa competizione di status. Come ci si sente a vivere in una tale società? Beh, la vita sembra una battaglia infinita, costante e implacabile. Una sorta di guerra per l’esistenza stessa. Esistenza economica, esistenza sociale, esistenza finanziaria, esistenza istituzionale. La mente umana comincia ad essere consumata da sentimenti di terrore, paura, rabbia, avidità e invidia. Ma tutti questi sono gli opposti del significato, della felicità e dello scopo.
Penso che non sia esagerato dire che la mente delle persone comincia a frantumarsi e a fratturarsi con traumi, depressione, solitudine e una sorta di dolore profondo, per il quale non abbiamo ancora un nome. La logica interna va così: “Se solo avessi avuto quella medicina, quell’istruzione, quei risparmi di emergenza, quella rete di sicurezza – avrei potuto vivere una vita migliore. E non c’era una buona ragione per non averla. Non me lo meritavo? Sono inutile?” Crepa. Una mente si frattura, perché affrontare queste cose ogni giorno è anche sentire le proprie paure più primitive, di abbandono, annientamento e isolamento, diventare realtà. Non lo vediamo in America oggi?
Così una tale società subisce esiti terribili e distruttivi. La qualità della vita crolla, in termini duri – la gente muore giovane e si ammala di più. La scarsità artificiale di significanti sociali è ciò che le persone inseguono furiosamente per tutto il giorno – e così guardano tutti gli altri dall’alto in basso, ma non acquisiscono mai un senso di umiltà, di uguaglianza, di dignità. Una società governata dalla scarsità artificiale, in altre parole, sarà una società in cui la gente vive una vita brutta, brutale, meschina, infelice e breve.
Ma di tutti questi effetti negativi, penso che il più rovinoso sia quello sulla mente. Le persone non solo crescono infelici, disperate, timorose dell’altro, sospettose, fredde, diffidenti – cominciano davvero, disperatamente a rompersi dentro, con il trauma devastante, il senso di colpa e la vergogna, di essere abbandonate e trascurate. “Sono inutile? Devo esserlo”. Ma cosa succede quando le persone interiorizzano la lezione che le persone meritano solo la scarsità artificiale – o che le persone senza valore non meritano proprio nulla, che è esattamente la stessa cosa? Allora ci ritroviamo con qualcosa come una sindrome di Stoccolma del capitalismo. Queste persone negheranno tutto ai loro vicini, coetanei e colleghi, vero? Assistenza sanitaria, istruzione, finanza, trasporti, media, reti di sicurezza, e così via. “Le persone inutili non meritano nulla!”. Una tale persona è diventata un agente della legge della scarsità artificiale – ma la legge della scarsità artificiale è ciò che l’ha resa tale. Vedete la perversione? Lasciatemi chiarire meglio.
Se la logica del dolore del capitalismo predatorio dice: “Se solo avessi avuto quelle cose! Avrei potuto vivere meglio! Non me le meritavo? Non ero anch’io un essere umano?”, allora la difesa contro di essa qualcosa come: “Nessuno merita queste cose. Se non posso averle io, non le avrà nessun altro”. Una specie di vendetta procede dal dolore, il cui scopo è di ristabilire di nuovo l’uguaglianza e la giustizia nel mondo. Solo che ora le persone sono uguali nel non avere nulla, e la giustizia è l’atto di spogliare le persone della dignità. Così le persone che passano troppo a lungo in sistemi di scarsità artificiale, penso, finiscono per essere così profondamente traumatizzate da essi, che, come le vittime di abusi, diventano essi stessi abusatori, al fine di ripristinare l’armonia e l’equità, e si danno una sorta di potere perverso. Non è proprio quello che vediamo oggi in America?
Ecco cosa penso. La scarsità artificiale è la legge alla fine del capitalismo predatorio, il principio con cui opera. Ma il prezzo è che spinge anche le persone fuori dalle loro menti adulte – o almeno fuori dal loro io migliore, se volete. Quando le persone stesse cominciano a diventare gli esecutori della scarsità artificiale, come un modo per ridurre il dolore che provano per la perdita del potenziale umano che essa ha prodotto, allora si rompono. Quindi, non importa quanto nominalmente “ricca” una tale società diventi, tali persone troveranno difficile rimanere una democrazia, una repubblica, o persino libere in modi minimi – continueranno a far rispettare la regola della scarsità artificiale.
Quello che la legge della scarsità artificiale che opera alla fine del capitalismo predatorio sta realmente dicendo è: “puoi avere ciò di cui hai bisogno solo se puoi pagare il prezzo impossibile che chiediamo, altrimenti bruciamo tutto”. È esattamente la logica di un abusatore, se ci pensate. E quando la gente, un numero sufficiente di persone, comincia a credere che questo sia l’unico modo per gestire una società, qual è il risultato? Precisamente il crollo autoritario che l’America sta affrontando ora – perché la logica dell’abusatore e dell’autoritario è la stessa.
Umair
Luglio 2018