Operation Chariot: the St Nazaire Raid, 1942
Reviewed by Jeff Schultz
Operation Chariot di Jean-Charles Stasi: the St Nazaire Raid, 1942 esplora l’audace raid del commando britannico della seconda guerra mondiale che mise fuori uso l’unico bacino di carenaggio adatto sulla costa francese, impedendo così alla corazzata tedesca Tirpitz di molestare i convogli alleati. In particolare, il libro fornisce una panoramica concisa e ben illustrata del memorabile raid che i lettori troveranno dettagliata e accessibile.
Come autore di una ventina di libri, Stasi divide il libro di 128 pagine in otto sezioni principali: “Gli inglesi affrontano la minaccia della Tirpitz”, “L’estuario e la chiusa”, “Combinare la potenza d’attacco e l’elemento sorpresa”, “Newman e Ryder su tutti i fronti”, “La flottiglia naviga verso mari più caldi”, “HMS Campbeltown colpisce il bersaglio”, “Il contrattacco tedesco intrappola i commando” e “Il prezzo del successo”. Le prime cinque sezioni trattano dei retroscena e dei preparativi per l’incursione, mentre le ultime tre sezioni trattano dell’incursione del 28 marzo 1942, della crescente risposta tedesca che condannò molti incursori e delle conseguenze. Precedentemente pubblicato in francese da Heimdal, il testo inglese scorre bene con poche parole scomode di cui soffrono alcune opere tradotte.
I punti forti del titolo includono brevi sezioni dettagliate, ben supportate da foto e occasionali documenti di guerra come la nota di Lord Mountbatten del 3 marzo 1942 sulla necessità del bombardamento aereo come distrazione indispensabile. Tali documenti forniscono più valore per il lettore che un semplice lavoro illustrato, ma rimane un lavoro di storia popolare. C’è una breve discussione sulla massiccia JoubertLock, (o Normandie Dock), il più grande bacino di carenaggio fuori dalla Germania in grado di contenere una nave di oltre 50.000 tonnellate e la sua importanza critica come obiettivo centrale del raid. La chiusa Joubert figurava nella pianificazione dell’operazione “Esercizio del Reno” (Rheinübung) della Kriegsmarine del maggio 1941, dato che la vantata Bismarck intendeva usare la chiusa in seguito, quindi la preoccupazione per il potenziale uso della Tirpitz era certamente giustificata. Incluso è il viaggio del Buchanan dell’era della prima guerra mondiale al controllo britannico, rinominato HMS Campbeltown e la sorprendente conversione in una copia approssimativa della torpediniera di classe Möwe per l’incursione critica e la distruzione dei cancelli della chiusa che manteneva la Tirpitz imbottigliata nelle acque norvegesi. Vengono anche descritti gli impressionanti recinti per sottomarini costruiti dall’Organizzazione Todt, che fornivano un rifugio per la 6a e 7a flottiglia U-Boat basate nel complesso tentacolare con facile accesso alle rotte di navigazione atlantiche; queste stesse strutture proteggono ancora oggi le navi.
Stasi fornisce anche un breve sguardo a tutti e cinque i premiati con la Victoria’s Cross del raid; dando una rapida sinossi dei loro coraggiosi sforzi e dell’impatto che ebbero sulla missione, come l’Able Seaman William Savage dell’MGB 314 che duellò coraggiosamente con Sperrbrecher137 fino alla morte in azione. Il raid di St. Nazaire si rivelò costoso con perdite britanniche stimate in 169 morti o dispersi insieme a 232 catture di 611 uomini coinvolti, ma alla luce dei risultati ottenuti, considerato completamente riuscito. Le perdite tedesche furono stimate in 400, compresi quelli uccisi nell’esplosione ritardata della Campbeltown.
Il libro presenta oltre 100 fotografie che coprono non solo i commandos britannici e i difensori tedeschi, ma anche un certo numero scattate negli ultimi anni, come il punto centrale del raid, la critica chiusa di Joubert, e la Vecchia Mole. Stasi ha assemblato una selezione di vecchie foto che forniscono alcuni scorci di St. Nazaire prima e dopo, insieme a foto moderne, incluse immagini di veterani britannici sopravvissuti. C’è anche un’eccellente grafica che mostra una vista dall’alto del porto con tutte le strutture rilevanti annotate, comprese le principali posizioni difensive. Ci sono anche immagini “InProfile” che presentano la corazzata Tirpitz, la USS Buchanan/ HMS Campbeltown, il Fairmile B Motor Launch & Fairmile C MGB 314e la MTB 74 insieme alla torpediniera Jaguar con grande effetto, usando disegni di profilo per mostrare l’aspetto e l’armamento delle varie imbarcazioni che giocarono ruoli importanti nel raid. Infine, la grafica include una panoramica delle difese costiere dell’estuario della Loira e una mappa marittima della rotta britannica.
Jean-Charles Stasi’s Operation Chariot: the St Nazaire Raid, 1942 è un’utile introduzione al raid decisivo del commando, attingendo ad alcuni materiali d’archivio e alle interviste dei superstiti. Anche se costosa, l’Operazione Chariot non solo ha controllato il potenziale impiego della Tirpitz da parte della Kriegsmarine, ma soprattutto ha fornito una duplice vittoria di successo militare e una spinta psicologica per la causa alleata in un momento in cui la fortuna stava calando. Dal momento che questo titolo racconta un raid critico del 1942 con profonde implicazioni, è un’utile aggiunta a qualsiasi libreria, specialmente per coloro che riflettono su come operazioni combinate correttamente concepite e coordinate possano influenzare il successo militare complessivo.
Recensito da Jeff Schultz, professore associato di storia al Luzerne County Community College
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