Nella zona morta di Chernobyl, il regno animale prospera

Dic 23, 2021
admin

La ricerca va bene, e un esperto di lupi bielorusso di nome Vadim Sidorovich è un grande personaggio; in una scena che fa venire i brividi, si stringe le mani e lancia un guaito ossessivo che attira diversi branchi di lupi perplessi nel raggio della telecamera. Ma il vero piacere dell’episodio è più puramente voyeuristico.

Per quelli, come me, che amano un buon facsimile generato dal computer di come potrebbe essere la terra senza persone, “Radioactive Wolves” fa di meglio. Quando la telecamera non si concentra sulle creature, ci mostra immagini inquietanti e sconcertanti delle abitazioni abbandonate, come un blockbuster hollywoodiano postapocalittico, ma tanto meglio per essere reale. I grattacieli di cemento della città di Pripyat siedono come isole in un mare verde di alberi torreggianti; le piante si fanno strada a forza attraverso i pavimenti delle aule scolastiche vuote.

In questo scenario stranamente pastorale, gli animali fanno i loro affari, a volte trovando usi per ciò che abbiamo lasciato indietro. I lupi si alzano sulle zampe posteriori per sbirciare attraverso le finestre delle case, cercando vie di accesso ai tetti, che usano come punti di osservazione per la caccia. Le aquile costruiscono nidi nelle torri antincendio.

E i castori, cacciati decenni fa quando il paesaggio è stato progettato per l’agricoltura collettiva, hanno già annullato gran parte del lavoro dell’uomo e ripristinato una delle grandi paludi dell’Europa centrale. Pensate cosa potrebbero fare se avessero l’intero pianeta.

NATURE

Lupi radioattivi

Sulle stazioni PBS il mercoledì sera (controllare gli elenchi locali).

Prodotto da epo-film, ORF/Universum e Thirteen in associazione con BBC, NDR e WNET New York Public Media. Scritto e diretto da Klaus Feichtenberger; Fred Kaufman, produttore esecutivo di “Nature”; Harry Smith, narratore.

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