Gustavo Adolfo Dominguez Bécquer

Set 28, 2021
admin

Il poeta lirico spagnolo Gustavo Adolfo Dominguez Bécquer (1836-1870) è noto per le sue Rimas, una raccolta di brevi poemi lirici. Quest’opera ebbe un’influenza così profonda che è considerata il punto di partenza della poesia spagnola contemporanea.

Gustavo Bécquer nacque a Siviglia il 17 febbraio 1836. Rimasto orfano a 11 anni, andò a vivere con la sua madrina, la cui vasta biblioteca e le cui cure affettuose incoraggiarono un amore precoce per la poesia e la musica. Nel 1852 iniziò a studiare nello studio d’arte di suo zio. La pittura, tuttavia, non si adatta al temperamento introspettivo di Bécquer. Ragazzo timido e dolorosamente sensibile, preferiva camminare da solo, approfondire il folklore e l’arte e frequentare altri giovani poeti. Nel 1854, contro la volontà della sua madrina, andò a Madrid in cerca di fama letteraria.

Ma la fama non arrivò, e Bécquer dovette rivolgersi al giornalismo. Tradusse articoli di giornale e scrisse critiche letterarie e teatrali. Durante questo periodo, tuttavia, pubblicò un volume di un progetto caro, Historia de los templos en España (1857; Storia delle Chiese in Spagna), e collaborò con uno pseudonimo alla scrittura di opere teatrali, alcuni versi delle quali prefigurano il successivo Rimas.

Nel 1860 Bécquer si era innamorato perdutamente di Julia Espin y Guillén, ma la relazione finì amaramente un anno dopo. Sposò poi Casta Esteban Navarro, con la quale ebbe tre figli. La sofferenza e l’angoscia causate dalla sua infelice storia d’amore e dal disastroso matrimonio costituiscono lo sfondo emotivo di Rimas. Scritte durante gli anni 1860, queste brevi poesie esprimono il desiderio d’amore di Bécquer e la realizzazione della bellezza perfetta. Come i mistici, egli aspirava ad esprimere in modo intelligibile la visione di una bellezza ineffabile, intravista nella persona della sua amata.

A differenza dello stile inflazionato dei suoi contemporanei, la dizione di Bécquer è semplice e spartana, i suoi versi delicati e leggeri. Tuttavia, egli raggiunge in ogni poesia la massima risonanza attraverso la cura della struttura fonetica delle parole e l’uso di immagini che colpiscono la sensibilità del lettore e richiedono la sua collaborazione attiva. La capacità di Bécquer di far esprimere alle parole molto più del loro significato convenzionale anticipa le tecniche della moderna poesia simbolica.

Bécquer scrisse la maggior parte delle sue opere in prosa dal 1860 al 1865. Queste includono 22 leggende, che sono basate sul folklore regionale e sfruttano il soprannaturale. Mentre era nel monastero di Veruela nel 1864, scrisse una raccolta di nove lettere intitolata Desde mi celda, cartas literarias (Dalla mia cella, lettere letterarie). Nello stesso anno diresse un’importante rivista e fu nominato censore ufficiale dei romanzi.

Nel 1868 Bécquer si separò dalla moglie e, sulla scia della rivoluzione che mise fine al dominio di Isabella II, andò a Parigi. Tornò a Madrid nel 1869, riscrisse a memoria il manoscritto perduto di Rimas, e riprese a scrivere giornali. La morte improvvisa di suo fratello Valeriano nel settembre 1870 lo depresse in modo abissale, e morì solo 3 mesi dopo, il 22 dicembre, sfinito dalla tubercolosi. Le sue opere raccolte vennero pubblicate postume nel 1871.

Altre letture

Il libro più completo su Bécquer è in spagnolo: José Pedro Diaz, Gustavo Adolfo Bécquer: Vida y poesia (2 voll., 1953; rev. ed. 1964). Un lavoro informativo in inglese è Edmund L. King, Gustavo Adolfo Bécquer: From Painter to Poet (1953). □

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