Final Report on a Case of Bone Cyst of the Patella
Nel 1925 l’autore riportò un caso di quella che era apparentemente una cisti della rotula, che era rimasta curata per quasi due anni dopo la resezione di una parte della rotula.1 Poiché questo caso è in qualche modo unico ed è stato seguito ad intervalli fino ad oggi, un ulteriore rapporto sembra giustificato in questo momento, non solo per mostrare il risultato del trattamento del tumore, ma anche per mostrare l’effetto sull’articolazione del ginocchio della rimozione di parte della rotula.
La paziente, una donna di 31 anni, fu vista per la prima volta il 5 novembre 1921, quando si lamentava di dolore al ginocchio sinistro nel salire o scendere le scale, incapacità di inginocchiarsi su quel ginocchio a causa del dolore, e limitazione dell’estensione del giunto. Questi sintomi si erano sviluppati durante i tre mesi precedenti, a seguito di una caduta relativamente leggera sul ginocchio tredici mesi prima. In nessun momento c’era stato alcun disagio mentre l’articolazione era a riposo. L’anamnesi era altrimenti negativa, tranne che per una vecchia infezione sifilitica che aveva ricevuto un trattamento così attivo che sei test di Wassermann negativi erano stati ottenuti durante l’ultimo anno.
L’esame era oggettivamente negativo tranne che per una limitazione dell’estensione attiva del ginocchio a circa 160°. Passivamente, l’estensione completa era possibile, ma una presa dolorosa era presente in un punto durante questa procedura. La palpazione rivelò una leggera tenerezza sulla parte inferiore della rotula.
Un roentgenogramma portato dal paziente e scattato il 3 novembre 1921, mostrò una condizione rarefatta, simile a una cisti nella parte inferiore della rotula, con apparentemente un guscio osseo intatto, anche se alla luce dei successivi roentgenogrammi c’era probabilmente qualche irruvidimento del lato articolare del terzo inferiore dell’osso (Fig. 1). Il trattamento fu rimandato per ulteriori studi. Un secondo roentgenogramma fu fatto il 2 dicembre 1921, e questo mostrò che la condizione stava progredendo e che la parete posteriore della rotula si era rotta, con la proiezione di quello che era presumibilmente tessuto tumorale nella cavità articolare del ginocchio (Fig. 2). Fu fatta una diagnosi di tumore solido o cistico, anche se fu discussa la possibilità di tubercolosi o sifilide.
Il 10 gennaio 1922, la rotula fu operata e fu rimosso un pezzo della parete anteriore, rivelando una cavità contenente liquido chiaro e foderata con quello che sembrava essere tessuto di granulazione. La parete posteriore della cavità aveva perforato l’articolazione del ginocchio. Una spessa membrana di rivestimento è stata rimossa dalla parete anteriore della cavità, ma per il resto non è stato trovato alcun rivestimento definito oltre al sottile materiale simile al tessuto di granulazione. Al momento della curvatura, questo tessuto sanguinava molto liberamente e, per controllarlo, fu inserito un impacco. Due giorni dopo l’impacco fu rimosso e la ferita continuò a guarire perfettamente.
Patologicamente, i campioni lordi assomigliavano a piccoli coaguli di sangue, tranne la membrana di rivestimento, che poteva essere rimossa dal frammento di osso rimosso dalla superficie anteriore della rotula.