Questa valutazione ecografica viene offerta in questa fase perché il bambino è cresciuto abbastanza ed è più facile valutare con buona precisione i suoi organi interni. C’è un esame sistematico di tutte le strutture dell’embrione per quanto riguarda la sua morfologia e le sue misure. Questo include l’esame del cervello e del cranio, la faccia, il petto e i polmoni, il cuore e i suoi vasi sanguigni, la parete addominale e i visceri, la morfologia del tratto urinario e genitale nei ragazzi e nelle ragazze, gli arti superiori e inferiori e la colonna vertebrale. Inoltre c’è la possibilità di osservare il feto per la presenza di marcatori ecografici (soft markers). La loro presenza altera la probabilità di anomalie cromosomiche. Tali marcatori sono un femore o un omero corto, focolai ecogeni nel cuore, lieve idronefrosi, plessi coroidei nel cervello fetale, intestino ecogeno, osso nasale corto o aumento della piega nucale. Tuttavia la maggior parte degli embrioni che mostrano uno o più marcatori ecografici sono di solito feti sani. Ma poiché questi marcatori sono spesso presenti in feti con anomalie cromosomiche, la loro presenza altera il rischio che è stato dato al momento della translucenza nucale nel primo trimestre.

In questo esame si controlla anche la posizione della placenta, la quantità di liquido amniotico. Si misura la lunghezza della cervice, una cervice corta può indicare se la madre è a rischio di parto prematuro. In questa fase si esegue anche il Doppler delle arterie uterine che può mostrarci se questa gravidanza ha un rischio aumentato di sviluppare la preeclampsia o la restrizione della crescita intrauterina. Con questo esame ecografico vengono rilevate molte anomalie congenite, ma non tutte. Dobbiamo sottolineare che quando nessuna anomalia viene rilevata da questo esame ecografico, il rischio che il bambino abbia un problema anatomico si riduce significativamente, ma non viene eliminato.