Conciliarismo – Duffel – – Major Reference Works
Il termine “conciliarismo” può essere usato in senso lato per riferirsi ai tentativi, dalla prima chiesa cattolica ad oggi, di limitare il controllo papale sulla chiesa per mezzo di un concilio generale. In un senso più stretto il termine è spesso usato per riferirsi al movimento emerso in risposta allo “scisma d’Occidente” (1378-1417), che riemerse brevemente dopo lo “scisma di Pisa” (1511-13). Questo movimento servì da catalizzatore del pensiero costituzionale medievale e contribuì significativamente allo sviluppo dell’idea di “governo per consenso”. Durante il cosiddetto scisma occidentale, la chiesa cattolica si trovò con due (e più tardi tre) papi rivali. La situazione fu risolta solo 40 anni dopo (1414-18) al concilio di Costanza. Poiché il papa era normalmente considerato il capo della chiesa, le azioni del concilio avevano bisogno di una giustificazione speciale. Gli apologeti del concilio di Costanza (tra gli altri: Corrado di Gelnhausen, Enrico di Langenstein e Pierre d’Aily) fecero molto affidamento sulla teoria delle corporazioni canoniste, ed erano anche molto indebitati con Giovanni di Parigi, Guglielmo di Ockham e Marsilio di Padova. Il concilio affermò la propria supremazia in materia di eresia, scisma e riforma, e decretò che si dovesse riunire regolarmente. Dal 1408-18 in poi (nel periodo successivo gli apologeti furono Pierre d’Aily, Jean Gerson, e Franciscus Zabarella), il conciliarismo diventa più una teologia della chiesa. Pochi conciliaristi applicarono esplicitamente i loro argomenti al governo secolare. Ciononostante, i termini generali in cui gli argomenti sono stati presentati hanno facilitato la loro trasformazione in principi politici multiuso. Diversi conciliaristi proposero teorie di governo misto, ma al concilio di Basilea (1431-49) molti andarono oltre pronunciando la sovranità di tutta la Chiesa, che la Chiesa esercitava attraverso il concilio come suo rappresentante. Nicola di Cusa, che diede il contributo più importante al concilio di Basilea, scrisse sul fondamento del governo in un linguaggio che assomigliava a quello dei successivi teorici del contratto sociale: poiché tutti sono per natura liberi, e uguali in potere, il potere propriamente ordinato di un governante può venire solo dall’accordo e dal consenso dei sudditi (Nicola di Cusa 1991: 98). All’inizio del XVI secolo, Jacques Almain e John Mair fecero rivivere il conciliarismo e – così facendo – fornirono un anello cruciale nella trasmissione del pensiero costituzionale medievale. Nel loro pensiero, il diritto della Chiesa di deporre un papa colpevole di un famigerato crimine è trattato come un’applicazione dei diritti generali delle comunità politiche – civili ed ecclesiastiche – di agire per la loro conservazione e benessere. Queste idee furono spesso riecheggiate e citate dagli oppositori della monarchia assoluta del XVII e XVIII secolo.