Come si possono fare le condoglianze nella distanza segnata dal coronavirus
Quando non c’è possibilità di abbracci a causa del confinamento di fronte al coronavirus, bisogna usare altre tecniche di consolazione
Aggiornato:02/04/2020 01:59h
Purtroppo, ogni giorno albeggia con la triste notizia dell’alto numero di vittime decedute del coronavirus. Dietro ogni numero c’è una persona, una famiglia e degli amici. L’impossibilità di poter affrontare le persone più care, come si farebbe senza l’esistenza di questo virus, e di condividere il conforto di caldi e sentiti abbracci, baci, sguardi e lacrime rende queste perdite ancora più dolorose. Non poter condividere in compagnia sentimenti di dolore così intensi è un nuovo modo di affrontare la perdita di persone care che non possono nemmeno essere vegliate.
José Carlos Bermejo, direttore generale del Centro per l’umanizzazione della salute, sostiene che il contatto fisico ha un grande valore consolatorio nel lutto. “Un abbraccio, una carezza, uno sguardo… sostengono il lutto e gli fanno sperimentare vicinanza e sostegno. Come un’ancora, che ha bisogno di essere sostenuta. Il simbolo universale della speranza è proprio l’ancora. In assenza di queste forme molto umane e umanizzanti di trasmissione della consolazione e della speranza, le parole e i simboli assumono un’importanza maggiore. È necessario salvare le parole che trasmettono espressamente ciò che vorremmo dire con l’abbraccio. Devono essere personali e aperti alla reazione dell’altra persona. Se altre volte abbiamo insistito che l’importante erano gli abbracci, oggi è il momento di insistere che abbiamo ancora le parole per accarezzare e abbracciare”.
Come sostituire gli abbracci o i baci in questi casi?
La tenerezza può essere trasmessa da parole, simboli, foto di qualcosa che sentiamo possa sollevare il nostro spirito. È necessario essere prudenti e non sovraccaricare il lutto con messaggi eccessivi che lo saturano. Si consiglia di essere brevi. Non ci sono parole preconfezionate, ma semplici domande e incoraggiamenti per trovare conforto in qualcosa che possa connettersi con l’altra persona.
Quali sono le parole giuste che spesso vengono trasmesse da whastApp?
Ci sono alcune che non passeranno mai, come: “ti amo”, “ti amo tanto”, dette in un modo intimo che si connette davvero con il codice della comunicazione stessa. È molto importante non gioire del rimpianto e non soffermarsi sulla dimensione traumatica, ma concentrarsi su ciò che si può fare e sulla dimensione più costruttiva. È un tempo di interiorità, di preghiera, di musica…
Quali gesti o dettagli supplementari sono necessari in questo momento in cui manca il contatto tra le persone più vicine a noi?
Una chiamata (consultando prima l’opportunità), una riflessione (breve), una preghiera (specificamente centrata su ciò che stiamo vivendo…). Su www.josecarlosbermejo.es nella sezione “media audio” si trovano preghiere sulla speranza e un rito di preghiera di sei minuti per una “assemblea virtuosa” se non c’è la possibilità di condividere i riti funebri.