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Star Trek può averci detto che lo spazio è l’ultima frontiera dell’umanità, ma un sacco di entroterra inesplorato rimane inesplorato nel cervello umano. E gli scienziati dell’Università di Oxford hanno recentemente scoperto un’area del cervello che contribuisce a rendere gli esseri umani, beh, umani.
L’area grande come una noce, annidata nella corteccia frontale, è chiamata polo frontale laterale. È responsabile della pianificazione e del processo decisionale e, secondo le nuove scoperte, non ha un equivalente nel cervello delle scimmie. I ricercatori credono quindi che questa regione del cervello potrebbe essere responsabile della superiorità degli umani in compiti che richiedono pianificazione strategica, processo decisionale e multitasking.
Esplorando il cervello
I ricercatori hanno confrontato le immagini MRI della corteccia frontale ventrolaterale di umani e macachi, una regione del cervello che controlla il linguaggio e i processi di pensiero complessi. Sorprendentemente, hanno scoperto che la regione era cablata in modo molto simile tra le specie. Ma la differenza sorprendente era il polo frontale laterale.
Il ricercatore senior di Oxford Matthew Rushworth ha spiegato il significato della scoperta in una dichiarazione martedì:
“Tendiamo a pensare che essere in grado di pianificare il futuro, essere flessibili nel nostro approccio e imparare dagli altri sono cose che sono particolarmente impressionanti sugli esseri umani. Abbiamo identificato un’area del cervello che sembra essere unicamente umana, ed è probabile che abbia qualcosa a che fare con questi poteri cognitivi.”
Il team di ricerca ha pubblicato i suoi risultati sulla rivista Neuron.
Battendo la malattia psichiatrica
Parti della corteccia frontale ventrolaterale più grande sono implicate in condizioni come ADHD, tossicodipendenza e disturbi compulsivi. Il linguaggio è influenzato quando parti dell’area sono danneggiate a causa di ictus o malattie neurologiche.
Quindi, una comprensione più profonda di questo territorio aiuterà gli scienziati a saperne di più sui cambiamenti che avvengono nel cervello a causa di malattie e danni. Karl Zilles, un neuroscienziato presso l’Istituto di Neuroscienze e Medicina in Germania, ha detto a The Guardian che lo studio è un significativo passo avanti nello studio della malattia psichiatrica:
“Sono abbastanza sicuro che questo si rivelerà di grande importanza nello studio della malattia psichiatrica. Quello che capiamo ora è la connettività all’interno del cervello. Conosciamo i cavi e le connessioni. Quello che dobbiamo fare ora è combinare tutto questo con il modo in cui le informazioni vengono elaborate nelle diverse aree del cervello.”
Image credit: ollyy/