Classificazione
La classificazione delle lingue semitiche rimane un argomento di dibattito. Nella valutazione della relazione di una lingua con un’altra, l’informazione fornita da un’innovazione condivisa ha un peso maggiore di quella derivata da un arcaismo condiviso. Determinare se una caratteristica è un’innovazione o un arcaismo può essere problematico, tuttavia, perché dipende dalla comprensione del precursore delle lingue da confrontare. Questo può essere un processo relativamente semplice quando l’analisi coinvolge una lingua precursore ben attestata, ma diventa più difficile quando si basa sulla ricostruzione di una protolingua, l’ipotetico antenato di un insieme di lingue correlate. Molti aspetti delle protolingue sono postulati sulla base di un attento confronto delle caratteristiche delle lingue discendenti conosciute e quindi sono di natura derivata piuttosto che diagnostica.
In termini di struttura, gli studiosi sono ampiamente d’accordo sui cluster principali: Accadico; il gruppo semitico nord-occidentale, che comprende i gruppi cananeo e aramaico, insieme all’ugaritico e all’amorita; l’arabo; le lingue dell’antica Arabia meridionale; le lingue moderne dell’Arabia meridionale (non discendenti dal gruppo dell’antica Arabia meridionale); e l’etiopico. Alcuni ipotizzano un raggruppamento semitico meridionale composto dall’arabo meridionale moderno e dall’etiopico (oltre che, eventualmente, dall’arabo e dall’arabo meridionale antico). La posizione dell’eblaita, che condivide caratteristiche sia con l’accadico che con le lingue semitiche nord-occidentali, rimane dibattuta.
Questa divisione fornisce il quadro per le discussioni sulle relazioni genetiche tra le lingue semitiche. L’accadico si separò chiaramente dal resto delle lingue abbastanza presto, formando un ramo semitico orientale distinto dalle restanti lingue semitiche occidentali. All’interno delle lingue semitiche occidentali, un problema critico risiede nella posizione dell’arabo rispetto agli altri gruppi semitici occidentali: mentre la struttura del verbo arabo rispecchia per molti aspetti quella delle lingue semitiche nordoccidentali, nel suo sistema sonoro e nei processi di formazione delle parole, l’arabo sembra più strettamente affine ai gruppi etiopico e sud arabo moderno. Molti ricercatori collegano l’arabo con il gruppo semitico nord-occidentale per formare un ramo semitico centrale; altri scelgono di considerare l’arabo come un ramo separato o un ramo all’interno del gruppo semitico meridionale.
A differenza delle altre lingue semitiche, l’arabo, l’etiope e i gruppi dell’arabo meridionale antico e moderno impiegano regolarmente modelli di staminali “spezzati” per formare sostantivi plurali (vedi sotto Sostantivi e aggettivi). Poiché è probabile, tuttavia, che, in un modo o nell’altro, i plurali spezzati fossero già una caratteristica della lingua semitica ancestrale, la presenza di tali strutture plurali non può essere usata come prova di una connessione genetica particolarmente stretta tra questi quattro gruppi. Un sostegno un po’ più forte per un ramo semitico meridionale separato può essere visto in caratteristiche come la f, che si è sviluppata in arabo, etiopico e nelle lingue arabe meridionali moderne dal primo semitico *p (il simbolo * indica informazioni derivate dalla ricostruzione linguistica piuttosto che da un’attestazione diretta).
La forma assunta dalla presente imperfettiva del verbo nelle varie lingue è diventata ampiamente utilizzata come caratteristica diagnostica nella classificazione delle lingue semitiche (vedi sotto Inflessione verbale). Se, come è stato ampiamente accettato, la forma di inflessione verbale che si trova sia nell’arabo che nelle lingue semitiche nord-occidentali rappresenta uno sviluppo innovativo comune a queste lingue, questa caratteristica fornirà un valido supporto alla teoria di un ramo semitico centrale intermedio.