Chevy Chase sui suoi abusi infantili

Lug 24, 2021
admin

La maggior parte delle persone riconosce Chevy Chase come Clark W. Griswold, Fletch o anche come il presidente Gerald Ford del “Saturday Night Live”. Ma chi è il vero Chevy Chase? L’autrice Rena Fruchter ha tracciato il profilo del famoso comico, ora 63enne, nella nuova biografia autorizzata “I’m Chevy Chase and You’re Not”, che copre i momenti più difficili dell’attore, compresi i suoi abusi infantili, il periodo al Betty Ford Center e l’abbandono del “Saturday Night Live”.

Ecco un estratto dal libro:

“Vivevo sempre nella paura, una paura mortale”, ricorda Chevy. Ricorda di essere stato svegliato nel cuore della notte e schiaffeggiato, continuamente e duramente, sul viso. “Non ricordo per cosa fosse, o cosa avessi fatto”. Questo non era insolito. Essere chiusa nell’armadio della camera da letto per ore era anche una punizione standard in casa. Ancora oggi, Pamela dice che non può tenere una spazzola per capelli in casa sua. Sua madre la colpiva con una spazzola quando si infuriava. “Una spazzola per capelli non mi sembra sicura”

Per Chevy era un lavoro duro solo per sopravvivere da bambino. Era un ragazzo sensibile, pieno di paura, e i pensieri della sua vita familiare mentre era a scuola rendevano difficile lo studio. I suoi voti erano bassi, ma quando veniva esaminato il suo QI era estremamente alto. Questo peggiorava il problema perché il suo patrigno, sentendo questa notizia, sosteneva che non c’erano scuse per i voti bassi e lo picchiava, facendogli sanguinare il naso, o lo chiudeva in un armadio buio.

Chevy sentiva che stava lavorando duramente come, o più duramente dei suoi compagni di classe, ma lavorando per “essere semplicemente accettato come persona, o per capire come sopravvivere a tale paura e disperazione ed essere ancora un ‘buon’ bambino”. Chevy non disse mai a nessuno quello che stava succedendo a casa, anche se immaginava che alcuni amici di famiglia dovevano sapere o sospettare che le cose non andavano bene. Non sentì mai di poterlo dire a suo padre, Ned. A quel punto Ned si era risposato e aveva una seconda famiglia. Chevy non voleva che sapesse, non voleva che si preoccupasse. “Avevo paura che se papà avesse affrontato John Cederquist avrebbe perso una battaglia. John Cederquist era un uomo più grande, più arrabbiato e più forte. Inoltre non sapevo che mi sarebbe stato permesso di dire qualcosa”.

Gli amici e la famiglia allargata “sapevano solo che ero un ragazzo confuso e triste”. Chevy ricevette il trattamento peggiore dei cinque figli. Il fratello maggiore di Chevy, Ned Jr. si attenne alla linea più di Chevy e subì meno dure punizioni. “Ero pieno di paura e di bassa autostima”, ricorda Chevy. “Sei inondato da quei pensieri e quelle paure, e non impari nulla su come organizzare il tuo tempo e fare i compiti”

Il fratellastro minore di Chevy, John, ha spiegato che Ned era “uno studente modello e un atleta del liceo. Nella stima dei miei genitori, non c’era bisogno di martellare su di lui, dato che già ‘corrispondeva allo stampo’. Al contrario, Chever era lunatico e problematico, e peggio ancora rispondeva alle percosse che riceveva – siano esse fisiche o, peggio, psicologiche ed emotive – con un’ostinazione scontrosa, che posso dirvi per esperienza personale era la via più rapida per una dolorosa rappresaglia da parte dei miei genitori. Ned era sempre il ragazzo d’oro di mamma, mentre Chevy era sempre il “rompipalle”. Era un calvario quotidiano per tutti gli interessati, ma un circolo particolarmente vizioso per Chevy.

“I miei genitori hanno anche compartimentato il loro abuso e la loro negligenza nei nostri confronti, specialmente nostra madre. Tutto era uno sporco segreto, da tenere nascosto a mio padre. Lei non voleva che il marito strizzacervelli sapesse nulla della sua bizzarra condotta, e da parte sua tutta la vita di mio padre era un segreto, dato che passava tutto il giorno chiuso nel sancta sanctorum del suo studio psicoanalitico a frugare nella testa degli altri.

“Mia madre, al suo peggio, era come un animale scatenato. Fu per mano sua, nei suoi ferali stati alterati, che Chevy subì il più oscuro dei suoi tormenti segreti”

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